Lo scrittore cattolico è vincolato alla purezza, vera o falsa. Se conserva in sé qualche odio o qualche invidia, questi sentimenti dovranno dispiegarsi sotto la maschera dell’amore cristiano: non può mordere che in nome di Dio! Da qui quella atmosfera di finta devozione tipica di ogni polemica tra cattolici: non potendo confessare crudamente il proprio risentimento, lo si traveste; tutti cercano una giustificazione divina al proprio rancore, tutti si sentono in obbligo di chiamare eretico il proprio nemico! L’odio qui non ha il diritto di scrollarsi di dosso la veste dell’amore! Tristezza dei falsi devoti, che non possono odiare alla luce del sole!
(Gustave Thibon, Aux ailes de la lettre… Pensées inédites (1932-1982), Éditions du Rocher, Monaco 2006, p. 281)