La morale corrente non distingue a sufficienza, tra gli atti che riprova, quelli che provengono dal peccato di dismisura e quelli che discendono dal peccato di impurità.
Il peccato di dismisura (l’ubris dei greci, che puo anche essere tradotto con abuso od eccesso) è legato ai limiti che ci impone la nostra condizione d’esseri finiti e temporali. Cosi, non si commette nessuna colpa a bere un bicchiere di vino o ad amare d’amore una sola donna. Ma c’è colpa nel bere tre litri di vino o nell’amare più donne. Un atto, in sé buono od indifferente, diventa cattivo al di là d’un certo limite stabilito dalle nostre possibilita fisiche o dall’ordine sociale: la malizia sta qui solo nell’eccesso. Continua a leggere
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La dismisura e l’impurità
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