A pochi chilometri da Montélimar e dai suoi torroni, a pochi chilometri anche da Pierrelatte e dalla sua centrale atomica, in una casa di campagna che sporge su una piccola collina dell’Ardéche di fronte alla valle… È lì, a casa sua, che ci accoglie Gustave Thibon.
È sempre lì, Saint-Marcel-d’Ardèche, che è nato il 2 settembre 1903. «Ho frequentato poco la scuola», ci spiega. «Giusto la scuola comunale fino a tredici anni». Difatti, essendo stato il padre chiamato alle armi, il giovane Gustave lavora la terra. Cosa che non gli impedisce di viaggiare: perché ama i viaggi.
Poi, a ventitré anni, lo prende una sete di conoscere. Ha sete di sapere per sapere. «Ho imparato da solo. In condizioni un po’ dure. Ma ho avuto la possibilità di mangiare quando avevo fame, e così ho ben digerito». Gustave Thibon lavora la terra di giorno, la sera si immerge nei suoi libri – non molto, dice – e impara… Impara il latino, il greco, i filosofi. Oggi parla correntemente il tedesco, l’italiano, lo spagnolo… Quando va negli Stati Uniti – ci è stato la scorsa primavera – parla francese!
La sua vocazione alla scrittura risale al contatto con Jacques Maritain e, nel 1934, esce un’opera (molto dotta) sulla Caratteriologia tedesca. Quello stesso anno partecipa alla fondazione di Études carmelitaines, collabora con la Revue thomiste, nel 1936 tiene delle lezioni all’università di Lovanio e infine incontra Gabriel Marcel nel 1939. Un anno più tardi, pubblica la sua prima raccolta Diagnosi, poi nel 1942 esce La Scala di Giacobbe che vale a Gustave Thibon la notorietà e la cui tiratura raggiunge ben presto i centomila esemplari.
Il suo incontro con Simone Weil durante l’Occupazione lo arricchisce, dice, molto. Sempre fedele alla sua terra, continua a scrivere: Il pane di ogni giorno, L’uomo maschera di Dio, Vous serez comme des dieux (Sarete come dèi)…. Fayard che a breve giro andrà a ripubblicare La Scala di Giacobbe con grande soddisfazione di tutti, gli ha prenotato un corso sulla Libertà. Ci lavora con calma.
Gustave Thibon vive in mezzo alla sua famiglia: la sua sposa e i tre figli. Ogni giorno percorre a piedi, il bastone alla mano, dagli otto ai dieci chilometri. Così si mantiene in forma. Quella forma che gli permette di lasciare la sua terra vivarese per percorrere il mondo… Dov’è che la sua voce non ha portato il Messaggio?… Belgio, Svizzera, Spagna, Germania, Canada… Ieri gli Stati Uniti… Presto la Polonia e nuove scoperte.
G. M.